Qui si ricercano le arti, si studiano gli usi e i costumi di una tipica corte medievale con le sue danze nobiliare ma anche quelle popolane, il ricamo e il cucito, i cibi e la cucina. Tra le figure della Corte spicca sicuramente il Giullare maestro dell'arte di giocoleria e di recitazione. Il cuore delle corte sono però le Dame, ognuna con la sua peculiarità e stravaganza sempre indaffarate nei loro studi e nei pettegolezzi. Infine vi sono le ancelle e i fanciulli.
La corte vi propone Danze, Gare di cucina, Organizzazione di pranzi medievali, Giochi come il tiro alla corda, i cerchi, la noce e altri come il gioco del mulino, il Tablut, la Tria, Testa di Pesce e il Backgammon. E se mai qualche musico volesse tornare a far loro cantare, senz'altro saranno liete.
La musica ha accompagnato l'uomo fin dai tempi più lontani. Intorno all'anno 1000 il monaco benedettino Guido D'Arezzo inventò il sistema di notazione musicale a righe parallele. Tra il secolo XI e il XIV in Italia cambia la vita sociale. Nascono le Corti e i trovatori - giullari, spesso nobili, sono poeti, creatori lirici, ricercatori di versi e di armonie; diventano espressione della vita di corte. Al contempo comincia a diffondersi la polifonia: nel milletrecento la musica è molto più ricca, giovanile e fresca. La "nuova arte" genera musiche strumentali, danze, interludi e molto altro, il tutto con stile italiano. Grazie a Domenico da Piacenza, ballerino coreografo, compositore di musica e maestro di danza, la danza popolare entra nelle corti come ballo nobile; vengono stabilite le regole sull'arte del danzare.
Si può affermare che l'arte del ricamo sia senz'altro di origine moresca e medio orientale: già gli antichi egizi utilizzavano stoffe ricamate. I primi tessuti ricamati di cui si abbia notizia furono portati dai crociati al loro ritorno da queste regioni. Durante la dominazione araba di Palermo e della Sicilia vi erano fiorenti laboratori di soli uomini specializzati nel mestiere. Dopo i Vespri Siciliani del 1282 i ricamatori si dispersero per tutta la penisola italiana aprendo nuove attività di ricamo. Gli abiti ecclesiastici e gli oggetti religiosi erano specialmente ricamati solo dalle dame dell'aristocrazia.
Con il termine "Dama" si indica sia la scacchiera (Dama d'ebano, Dama d'avorio e simili) che il gioco vero e proprio. Col termine scacchiera si intende una tavola quadrata suddivisa in un certo numero di caselle di colore alternato chiaro e scuro. La Dama è un gioco da tavolo del quale non si conoscono esattamente le origini: probabilmente è di origine orientale e si sa con sicurezza che fosse già conosciuto nell'antico Egitto, in Grecia e nell'antica Roma. Quasi sicuramente la Dama, in abbinamento col gioco degli Scacchi, era utilizzato nelle corti per allenare la mente del nobile e per mantenere vivo l'istinto strategico della battaglia. Nonostante fosse utilizzato come "allenamento" bellico, nulla vietava alle dame di corte di utilizzare questo gioco come divertimento e passatempo. Esistono diverse varietà di Dama; quella italiana in particolare si gioca su una scacchiera di 64 caselle con 24 pedine.
Gli Scacchi sono un gioco di alta strategia, anticamente praticato per studiare le tecniche di guerra: permetteva di riportare facilmente sulla scacchiera quello che avrebbe potuto verificarsi sul campo di battaglia. La scacchiera impiegata è suddivisa in 64 caselle sul quale i vari tipi di pezzi da gioco vengono disposti e spostati in modo diverso secondo le regole. Il gioco può venire realizzato in diversi tipi di materiale, più o meno pregiati.
Il nome Tarocchi è di origine misteriosa: c'è chi gli attribuisce una provenienza araba, chi una egiziana e chi una ebraica. È un'opinione generale che i tarocchi siano la forma più antica delle carte da gioco. Un tempo si trattava di carte molto grandi, poco maneggevoli, disegnate e decorate a mano. Col passare del tempo le loro dimensioni furono modificate e ridotte.
I disegni sui tarocchi prodotti fino al XVIII secolo rappresentano personaggi storici o allegorici; dopodiché furono introdotti dei mutamenti nelle figure. Il gioco di carte fu inventato in Italia nel milletrecento, viene giocato da tre o quattro giocatori e ha numerose varianti, ciascuna con le proprie regole. Il mazzo comprende 22 carte figurate riproducenti personaggi o allegorie e valori associati a quattro semi.
I dadi erano tra i giochi proibiti, ma molto amati. Era ritenuto pericoloso per la quiete pubblica e per la morale perché, riscaldati dal vino e dalla folla del gioco e spesso infervorati dalle vincite o perdite spesso rovinose, gli uomini cominciavano a bestemmiare e arrivavano a menare le mani, gesto che spesso sfociava in risse vere e proprie. Se poi a questo gioco prendevano parte anche le donne, la disapprovazione diventava una vera e propria condanna.